Trieste - Via Giulia e dintorni
Strada carrozzabile per il Boschetto, dal 1879 Corsia Giulia e dal 1885 denominata via Giulia. Nel 1879 alla strada era stato imposto il nome di "corsia Giulia" dal Consigliere municipale Carlo Dompieri (podestà dal 1897 al 1900), perché nel clima irredentista del periodo ricordava il termine Venezia Giulia, usato per la prima volta nel 1865 da Graziadio Isaia Ascoli (Gorizia, 16 luglio 1829 – Milano, 21 gennaio 1907)[1] La via iniziava, come oggi, al termine della Corsia Stadion (via Battisti) e portava direttamente al Boschetto. L'allargamento e la sistemazione di questa strada carrozzabile incominciò nel 1870, contemporaneamente alla copertura del torrente dello Scoglio, nel tratto che va dalla rotonda del Boschetto fino alla via Kandler. All'inizio della strada si trova il giardino pubblico, inaugurato il 1° maggio 1855 e nel 1880 intitolato con il nome del suo creatore: "Giardino Pubblico Muzio Tommasini". Davanti all'ingresso del giardino venne inaugurato il 25 luglio 1901 il monumento dedicato a Domenico Rossetti. Al numero 1, all'angolo con via Rossetti, si trova la casa de Leitenburg, realizzata nel 1887 dall'architetto Ruggero Berlam, nella casa vicina si trovava il Caffè Milano, al pianterreno dell'edificio che si trovava in Largo del Giardino (oggi Largo F. Tomizza) era sito il "Caffè Sport", dopo la guerra ribattezzato "Caffè Firenze". Nella stessa via, proprio di fronte al giardino pubblico Muzio de Tommasini, nel 1871 venne inaugurata la prima grande "Mostra agricola industriale e di belle arti". Salendo, sulla destra si trova la piazza dei Volontari Giuliani [2], poco prima della Chiesa di San Francesco di Assisi, dei Frati Minoriti Conventuali, nel 1880 si trovavano i magazzini e gli stallaggi della Ditta di trasporti Cimadori. Il 30 marzo ci fu il viaggio inaugurale del tram a cavalli su rotaie che partiva dalla stazione del Boschetto e arrivava ai Portici di Chiozza, la linea era gestita dalla "Società Triestina Tramway"; nel 1900 quando il tram adottò la trazione elettrica, in via Margherita [3] venne inaugurata la rimessa Margherita, che accoglieva i tram elettrici. Sulla via Giulia, angolo via Bonomo [4], nel 1866 venne costruita la prima "Fabbrica di Birra" e nel 1870 divenne "Fabbrica di birra Dreher" - (da "Vie e Piazze di Trieste Moderna" di A. Trampus)

Ex Fabbrica Dreher in Via Giulia 75: L'edificio è l'unico superstite del grande complesso industriale della fabbrica di birra Dreher, la cui costruzione si deve alla "Prima Società per la fabbricazione della birra", fondata a Trieste nel 1865. Per la progettazione del complesso furono contattati alcuni tra gli ingegneri e architetti più noti del tempo e la direzione dei lavori fu affidata a Carl Voelckner, di Praga. Lo stabilimento fu portato a termine in soli 230 giorni, tra maggio 1865 e gennaio 1866, dall'impresa di Giovanni Berlam, coadiuvato da Domenico Monti per i lavori in muratura.
Acquisato da Anton Dreher dopo il fallimento della Società proprietaria, già produttore di birra in Austria, il complesso, inizialmente costituito da tre edifici, venne ampliato nel 1870. La fabbrica, in attività fino al 1976, fu la prima a dotarsi di un impianto di refrigerazione artificiale e la prima fabbrica austriaca ad utilizzare il vapore come forza motrice nella parte automatica della catena di produzione.

Nel 1986 tutti gli edifici vennero demoliti per la costruzione di un centro commerciale, ad eccezione del fabbricato principale, nel quale trovarono spazio uffici della Regione. Costruita su una delle principale vie di accesso alla città nell'Ottocento, si inserisce tra le architetture che contribuirono a disegnare a Trieste una periferia industriale che avesse comunque un suo civile decoro, un'architettura pensata per il suo inserimento nel contesto urbano. L'edificio, in stile gotico quadrato, caratteristico degli edifici industriali della seconda metà dell'Ottocento, si presenta in linea con l'architettura dell'epoca che prevedeva, per le strutture industriali, fabbricati costituiti da un insieme di blocchi rettangolari o quadrati proporzionati tra loro. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)


Via Giulia angolo via dello Scoglio

Via Giulia 65

Via Giulia 65
Sopra e sotto: Via Giulia 53 angolo Via Margherita

Sopra e a destra: Via Giulia 53 angolo Via Margherita. Edificio del 1878 realizzato dall'architetto Tito Bullo, con affreschi interni opera di Giacomo Rossi e due leoni posti nell'atrio scolpiti dai Luigi Conti. Sul portone c'è il monogramma CL iniziali del proprietario Giovanni Lauro di Vincenzo. Curiosità: sul tetto dell'abitazione si trovava un teatro di marionette.

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Via Giulia angolo Via Silvio Piccolomini: Palazzo che fu l'abitazione degli architetti Ruggero e Arduino Berlam. Vi abitò anche lo scrittore Fulvio Tomizza.

Palazzo di Via Giulia angolo Via Silvio Piccolomini

Nello stesso palazzo, in Via Giulia n.3, c'era il Caffè Milano. Era gestito da Umberto Cesca poi da Luciano Cappello & C, il locale aveva le pareti rivestite in legno con decorazioni liberty, era ornato da grandi specchi con cornici riccamente intagliate, nella sala gioco si trovavano tre biliardi ed ospitava una società scacchistica. Veniva frequentato da professionisti, commercianti, insegnanti, si ritrovavano spesso Slataper, Saba, Stuparich e Bazlen., era fornito di tutte le gazzette d'ogni lingua, ma era anche luogo di ritrovo degli irredentisti, per cui il 23 maggio 1915, quando l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria i filo austriaci presero di mira i luoghi reputati sede dell' irredentismo, fra i quali anche questo locale che andò parzialmente distrutto. Chiuse nel 1965, i locali dopo essere stati occupati per anni da una banca, poi furono sede dell'Equitalia, oggi c'è una sala da gioco o un mini casinò. (Fonte: Margherita Tauceri)

Sopra e sotto: Casa Leitemburg in stile toscaneggiante, (sui modelli toscani dell’ultimo Medioevo). Progetto realizzato dall’architetto Ruggero Berlam per Edoardo de Leitenburg nel 1887, in Via Giulia angolo Via Domenico Rossetti. Segnò l'inizio del successo di Ruggero Berlam e della sua concreta influenza sull'ambiente architettonico cittadino. Figlio di Giovanni Andrea e padre di Arduino, una vera e propria dinastia di architetti triestini tra Otto e Novecento.
Nel progetto di Casa Leitemburg, presentato alla commissione, Berlam aveva incluso il disegno del fanale in ferro battuto da collocare all’angolo dell’edificio. Lo stile del palazzo è nuovo, diverso dagli edifici del periodo, Pietro Sticcotti, lo definì di “stile fiorentino”in effetti nell’insieme si ritrovano elementi dell’architettura toscana, ma in quest caso c’è una maggior leggerezza, data dalla particolare apertura con doppio arco nello spigolo, che si trova al pianterreno e viene ripresa al secondo piano. Interessante l’effetto cromatico creato dall’uso di materiali diversi, dalle balaustre in pietra bianca, dalle lunette affrescate sopra le finestre ad arco. Sarebbe in pietra chiara anche la parte bassa dell’edificio, ora la vediamo scurita dagli scarichi delle macchine. (Fonte Margherita Tauceri)

Casa Liberty realizzata dall'architetto Giovanni Righetti nel 1904
tra Via Giulia e Via Galileo Galilei

Via di Cologna angolo Via Galileo Galilei
Via di Cologna angolo Via Alessandro Volta
Via Alessandro Volta angolo Via Luigi Galvani
Casa Modugno in Via Galileo Galilei angolo Via Luigi Galvani


Via Alessandro Volta n. 12 - Arch. Arturo Ziffer 1901-1907.

Via Alessandro Volta

Via Guglielmo Marconi angolo Via Alessandro Volta

Via Guglielmo Marconi

Via Cologna angolo Via Galileo Galilei
Largo Fulvio Tomizza (ex Largo Giardino).

Largo Fulvio Tomizza (ex Largo Giardino)




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